Il 18 maggio è iniziata la fase due di questo “tempo di emergenza”. Giorno dopo giorno stiamo tutti un po’ allentando la tensione che avevamo accumulato nel lockdown.
Il mondo inizia a muoversi di nuovo, con grande accortezza e attenzione (almeno, si spera!). Siamo tutti uomini e donne (e bambini) mascherati, con il volto coperto e le mani talmente igienizzate da non lasciare più impronte. Cerchiamo giorno dopo giorno di riappropriarci della nostra vita, alla ricerca di una nuova normalità. Ma normale non è sinonimo di naturale e infatti stiamo già tornando ad abitudini poco sane e alla gestione del tempo con sempre più frenesia, talvolta anche più di prima, per essere competitivi e rincorrere i minuti.
E la moda? Cos’è successo in queste settimane? E cosa sta succedendo nel mondo della moda?
Dopo lo show di Vogue e la lettera di Giorgio Armani, altri big brand del mondo del luxury fashion hanno fatto parlare di loro.
Pensiamo a Renzo Rosso, patron di Diesel e di altri brand noti, che con le sue interviste ha preso una precisa posizione nei confronti del governo e delle “promesse” alle aziende, in tempo di restrizioni e divieti. È stato uno tra i primi a muoversi con azioni concrete e ha fondato la prima iniziativa in Italia che riguarda la costituzione del “Fondo Ferie Solidali“. Grazie all’accordo nazionale sottoscritto con Confindustria Moda e Federmanager, i dirigenti del gruppo possono donare giorni di ferie ai lavoratori delle fasce di reddito più basse e più colpite dalla situazione attuale.
Brunello Cucinelli, punta di diamante nel mondo della moda etica di lusso, ha dichiarato pubblicamente che non “licenzierà nessuno”, come conseguenza allo stato di emergenza generale, dimostrando ancora una volta grande empatia e un approccio del tutto valoriale alla moda.
Da pochi giorni ha, inoltre, riposto la speranza e i valori del suo fare moda in un nuovo team direttivo, nominando come nuovi amministratori delegati e CEO Luca Lisandroni e Riccardo Stefanelli. La vera speranza per il futuro, passa ad oggi anche nel cuore dei consumatori poiché tutti noi speriamo che il suo green marketing e lo human approach, non vengano dimenticati tra le carte dei contratti e degli accordi commerciali.
Dolce&Gabbana annuncia il progetto “DGFATTOINCASA”: un messaggio di vicinanza e solidarietà che si ispira alle radici del brand e al DNA del Made in Italy.
“Il progetto prende vita dall’idea della “casa bottega” di un tempo, in cui la magia del Fatto a Mano si fondeva con il calore della famiglia: attraverso workshop digitali dedicati a differenti temi, con l’uso del proprio cellulare, e rigorosamente da casa, i protagonisti daranno vita ad appuntamenti inediti, portando nelle dimore di ciascuno la bellezza del saper fare e la poesia dell’artigianalità.” Il progetto supporta la Fondazione Humanitas per la ricerca e sostiene AMORE PER LA RICERCA SCIENTIFICA con Humanitas University.”
Gucci punta su “Equilibrium”, uno spazio digitale dedicato dove la maison raccoglie tutti i progetti di ricerca, comunicazione e sostegno volti alla sostenibilità ambientale e sociale. Inoltre, Gucci e Intesa Sanpaolo proseguono la collaborazione avviata durante le prime fasi dell’emergenza Covid-19, con la raccolta fondi per “We Are All in This Together” a favore del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. È di qualche giorno fa, una nuova iniziativa a supporto delle eccellenze produttive del Made in Italy. A far parlare di sé in questi giorni, è soprattutto lo stilista della griffe che ha annunciato alla stampa “la sua volontà di abbandonare il rito stanco della stagionalità e degli show”. A settembre il brand non presenzierà in passerella ma tra le righe delle interviste, suggerisce delle news, valorizzando finalmente anche chi generalmente stava nel “dietro le quinte” della moda.
Hermès annuncia alla stampa e nel web che manterrà inalterato lo stipendo ai suoi dipendenti, aiutando così concretamente le famiglie in questo periodo di forte crisi.
Salvatore Ferragamo, un marchio importante nella moda ma anche nella sostenibilità, definisce le linee future del sistema moda grazie alle parole di Micaela le Divelec Lemmi, CEO del marchio. “Il lusso ripartirà dal sogno, dalla sostenibilità e dal digitale”. Un’affermazione importante e necessaria, se si guarda al panorama attuale e alle attese del consumatore; non scontata, soprattutto per la fascia del luxury fashion.
Molto ardua sarà la sfida per passare dalle parole ai fatti, per tutto il mondo moda e del lusso. Leggendo le notizie on-line e le varie dichiarazioni dei brand, la sensazione è ancora una volta di “paura”: l’incertezza della ripartenza; i disequilibri nel “giocare” all’interno di un nuovo mercato, fatto di persone, le cui risposte non saranno più una conseguenza; l’incapacità, talvolta, di pensare alla moda e di staccarsi per un po’ dal sistema; la problematica della trasparenza da comunicare ma soprattutto da mettere in pratica e molto altro. In tutto questo, i marchi continuano a dichiarare, senza prendere posizioni di attacco per il futuro. La moda intanto oscilla ancora nel limbo di questo TEMPO che tenta di essere definito.
La ripartenza non può vederci ancorati a pratiche del passato, l’equilibro è una meta raggiungibile solo attraverso lo spogliarsi di vecchie e dannose abitudini e l’entusiasmo nel proseguire con obiettivi condivisi.
Abbiamo paura di perdere qualche centesimo? Signori e signore, allora non stiamo parlando di vera moda. Una volta si diceva che “il tempo è denaro”, non il contrario.
Se nel mondo dell’alta moda le parole sono tante e i fatti attendono la burocrazia lenta e gli accordi condivisi dei marchi dalle grandi dimensioni, nei piccoli brand le azioni si fanno intense ma contemporaneamente è vivo il dubbio della continuità nel tempo, per mancanza di adeguate risorse e riconoscimenti.
Sia a livello produttivo, sia a livello comunicativo non mancano idee e novità: a sostenere questo cambio, nonostante il periodo di forte difficoltà, le azioni on-line legate ad una moda etica e sostenibile per tutto e per tutti. Non solo la sostenibilità viene inserita nelle piccole azioni, come packaging sostenibili, nuovi format comunicativi più vicini all’utente, e molto altro… ma anche con cambi di produzione e di offerta, un esempio la massiva produzione di mascherine di protezione.
Tra chi ha paura ad esporsi per mancanza di certezze e difficoltà a rischiare un sistema che tutto sommato copriva e faceva ben guadagnare, e chi non ha le dimensioni e i fatturati per imporre la sua voce e teme di doversi zittire. Le luci della ripartenza ci sono, i cambiamenti iniziano ad emergere, siamo ancora in attesa che le persone entrino davvero nelle stanze illuminate con più pratiche e meno teorie, di ogni grado e dimensione, per accendere finalmente i motori e partire. Per davvero, senza lasciare indietro nessuno e con la consapevolezza che la macchina questa volta non inquinerà, né l’ambiente, né gli animi.
Le risorse ci sono. Le persone anche. L’arte e la bellezza del nostro paese ci sono sempre state.
Attendiamo, con speranza.
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Un saluto a tutti e alla prossima pillola fashion.
Francesca Bonotto per ModaPuntoCom